Importante ruolo per la Fondazione Maria Carta al Festival Adifolk 2020
Dal 1 al 3 maggio prossimi il Festival Internazionale del folk catalano. A cura della Fondazione Maria Carta ci saranno anche le tradizioni sarde, dai costumi alle danze e alle musiche.
Alghero con la Sardegna e la Catalogna unite nella più grande rassegna europea della cultura popolare. Il 2020 sarà l’anno dell’Adifolk, il festival internazionale che ogni anno si tiene in una città europea ma che guarda al mondo con la forza di un popolo che promuove la propria identità. La 33ª edizione della più importante festa della cultura catalana si svolgerà ad Alghero i giorni 1, 2 e 3 maggio. Un appuntamento che sta già scaldando i motori e che non intende fermarsi nel caso in cui le previsioni sull’emergenza fossero lunghe: è pronta la data alternativa per i primi di ottobre 2020. Un’occasione unica per una kermesse internazionale con danze, musica, colori e tradizioni: un’ampia varietà di tutte le aree della cultura popolare catalana, le sardanes, i diavoli, i giganti, i castels (torri umane), ballerini, musicisti. Uno straordinario evento che ad Alghero ha visto l’ufficialità con l’accordo di collaborazione sottoscritto dal sindaco di Alghero Mario Conoci e da Ivan Besora, presidente di Adifolk.
Sarà l’avvio di un percorso più ampio che unisce oltre all’identità catalana di Alghero, anche l’intera Sardegna nella promozione delle proprie tradizioni, grazie alla presenza delle più belle rappresentanze della musica, dei costumi e delle danze sarde. Protagonista sarà, per questo aspetto, la Fondazione Maria Carta, presente oggi con il suo presidente Leonardo Marras. «Un evento che vogliamo fortemente portare ad Alghero – ha detto oggi Mario Conoci – perché conosciamo la straordinaria forza attrattiva che esercita in ambito culturale e turistico. Continuiamo a programmare anche in questo momento così delicato.La programmazione va avanti, Alghero non si deve fermare, è necessario anzi lavorare ancora di più per fare in modo che la città possa continuare a funzionare così come siamo abituati a vederla». Ogni anno un paese europeo, con presenze anche negli Stati Uniti, a Washington. L’anno scorso fu Coopenaghen, prima ancora Parigi, Amsterdam, Lisbona, Cracovia, Torino, Bruxelles: ogni edizione del festival internazionale presenta tutti gli aspetti spettacolari della cultura popolare catalana che in questa edizione accoglie quelli della Sardegna per un ambizioso progetto di collaborazione. Oltre 600 persone che arriveranno dalla Catalogna per le sfilate, esibizioni e performance, a cui si aggiungeranno gli accompagnatori. «Siamo molto contenti che la città di Alghero possa ospitare l’evento – commenta Ivan Besora – e si tratta di un ritorno, dopo l’edizione del 2000. È un appuntamento che ci vede particolarmente coinvolti, per i legami che uniscono Alghero e la Catalogna, e siamo convinti che questa sarà un’edizione indimenticabile». Per l’assessore al Turismo Marco Di Gangi si tratta di un’occasione unica «per la promozione della città e del territorio in un ambito internazionale. L’Adifolk è un modello di promozione della cultura di un popolo nel mondo e la città di Alghero ne trarrà importanti benefici». La Fondazione Alghero sta lavorando all’organizzazione dell’evento che interesserà l’intera città, con parate, esibizioni, concerti. «È un evento altamente qualificante per la promozione della città – spiega Pierpaolo Carta – e ci stiamo lavorando da tempo per farci trovare pronti».
La Fondazione Maria Carta si integra in questo contesto con l’obbiettivo di unire Alghero, Sardegna e Catalogna in un modello di promozione all’estero. «La nostra presenza consentirà di irrobustire questa importante e straordinaria 33esima edizione di Adifolk, una delle più grandi manifestazioni che un popolo porta in giro per il mondo. Sono dell’idea che anche la Sardegna dovrebbe prendere esempio da questa straordinaria iniziativa identitaria che promuove il popolo catalano. Copiare non è un delitto. La Sardegna ha bisogno di esportare la cultura e la sua identità. Quando questi elementi si accompagnano al sistema produttivo si trasmette solidità. Un’unicità culturale che va promossa in giro per il mondo», ha ricordato Leonardo Marras.
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