Freemmos incontra i sardi in Toscana
A Campi Bisenzio con il Circolo Sardo “Narada” di Prato. Venerdì scorso nuovo evento nella Penisola promosso dalla Fondazione Maria Carta in collaborazione con la Fasi
Nuova iniziativa della Fondazione Maria Carta con i sardi che vivono nella Penisola. Venerdì 14 aprile la delegazione guidata dal presidente Leonardo Marras era a Campi Bisenzio (in provincia di Firenze), per una serata dedicata al progetto “Freemmos – Liberi di restare”. Una sala, nella storica Villa Montalvo, ancora una volta gremita di sardi, che hanno seguito le analisi dedicate allo spopolamento dei piccoli comuni dell’Isola. Un fenomeno che, come già più volte sottolineato, se non viene subito arginato con efficacia porterà conseguenze devastanti per l’intera regione. L’evento, presentato dal giornalista Giacomo Serreli, è stato organizzato dal Circolo Sardo “Narada” di Prato e dalla Fondazione Maria Carta, in collaborazione con il Coordinamento Centro Nord della Fasi (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia). Obiettivo ripopolamento allora. «Di questo ormai si deve parlare – ha ribadito Leonardo Marras, presidente della Fondazione –. Dobbiamo incentivare programmi di ripopolamento dei comuni della Sardegna e di contrasto al più ampio problema del calo dei residenti nelle piccole comunità, che ormai interessa, con differenti modalità, vaste aree anche della Penisola e dell’intero continente europeo. Ma anche nella nostra regione il fenomeno sta cambiando: a calare sono adesso anche i residenti delle città».
I sardi che vivono nell’area industriale e artigianale tra Prato e Firenze sono integrati in una realtà che va però in controtendenza rispetto all’Isola. Qui, infatti, i residenti sono in aumento, ha sottolineato Giacomo Serreli, anche grazie a un incremento delle nascite e alla presenza di un consistente flusso migratorio dai paesi asiatici.
A Campi Bisenzio il progetto “Freemmos”, che dal 2017 punta a sensibilizzare cittadini e amministratori non solo locali, è stato presentato con la consolidata formula che vede alternare momenti di riflessione a spazi dedicati alla musica della Sardegna. Sono così intervenuti la cantante Maria Giovanna Cherchi e il duo Fantafolk (Andrea Pisu, launeddas, e Vanni Masala, organetto). È stato inoltre proiettato il docufilm e la canzone-inno di Freemmos, particolarmente apprezzati dal pubblico in sala.
Il Circolo Sardo “Narada” di Prato conta 1200 soci e nasce nel 2002 per svolgere prevalentemente attività di promozione culturale della Sardegna. Il presidente è Enea Mulas, originario di Nurri. Emigrato 40 anni fa, oggi è in pensione dopo una vita al Ministero della Giustizia. Libero dai doveri lavorativi, adesso sta valutando un rientro in Sardegna, a Orroli.
Nel corso della serata si è più volte tornati sull’attualità del progetto Freemmos e del tema dello spopolamento, che vanno portati all’attenzione di tutta Italia. Le piccole comunità, non solo quelle sarde, devono infatti sopravvivere e per farlo hanno bisogno della consapevolezza e dell’impegno di tutti.
Il progetto Freemmos. I numeri sono impietosi: ben 85mila residenti persi nell’ultimo decennio, una trentina di paesi destinati a scomparire nei prossimi 40/60 anni. Al 2022, secondo i dati dell’Istat, in Sardegna ci sono un milione e 587mila residenti; solo dieci anni fa l’Isola aveva raggiunto il suo massimo storico, con un milione e 670mila abitanti. Occorre attirare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un fenomeno che, se non arginato, nel giro di poco tempo avrà una portata dirompente. Una vera e propria emergenza spopolamento che sta investendo la Sardegna e sulla quale la Fondazione Maria Carta vuole tenere accesi i riflettori, con l’obiettivo di stimolare il dibattito, sviluppare riflessioni e favorire analisi, utili a trovare soluzioni adeguate. È nato così nel 2017 il progetto ‘Freemmos’, il cui nome unisce in un neologismo il termine inglese ‘Free’ e la parola sarda ‘Frimmos’ (fermi), per rappresentare in maniera rapida e diretta la libertà di restare, di poter scegliere di non andare via. Gli eventi organizzati nelle comunità toccate nel tempo dalle varie tappe di Freemmos mettono quindi insieme l’aspetto culturale e musicale con la discussione su cosa fare e come intervenire contro lo spopolamento.
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