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Con la tappa di Villamassargia è andata in archivio l’edizione 2018 di Freemmos

Si è concluso con la tappa di Villamassargia il viaggio per il 2018 di Freemmos, il progetto ideato dalla Fondazione Maria Carta con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul fenomeno dello spopolamento che investe piccoli centri e intere aree della Sardegna. Il titolo della giornata è stato “Parlano le radici”, che rappresentano l’elemento di collegamento tra la terra e la pianta. Radici che costituiscono il legame con la terra che accoglie l’individuo, contribuisce a formarne il carattere e la personalità. Sono anche elementi culturali che richiamano la saggezza, che risiede normalmente dove c’è esperienza. Il parco che ospita il monumento naturale “S’Ortu Mannu”, con “Sa Reina”, un gigantesco ulivo millenario con una circonferenza alla base di circa 16 metri, che ne fanno l’esemplare più imponente del Mediterraneo, attorniato da decine di altri alberi, ha così costituito il luogo naturale del convegno che si è svolto al mattino e dello spettacolo musicale del pomeriggio. Un doppio appuntamento di Freemmos inserito nell’ambito della sagra delle olive che l’Amministrazione comunale di Villamassargia organizza annualmente.

Studiosi, docenti universitari, artisti, ma anche testimoni diretti del mondo dell’impresa, hanno posto l’accento sui problemi che investono la Sardegna e in particolare le aree interne. Dopo i saluti istituzionali con i sindaci dei Comuni che in due anni hanno ospitato gli eventi di Freemmos e di Pietro Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Sassari, partner dell’iniziativa, si è aperta la tavola rotonda sul tema “Lo spopolamento, parlano le radici”.

«È stato un viaggio lungo e appassionante. In questo 2018 abbiamo incontrato tanta gente e soprattutto visitato dei piccoli gioielli all’interno di questo scrigno che è la nostra Sardegna. Continueremo nel 2019 ad andare ad accendere un piccolo fuoco nelle località dove la luce si sta davvero spegnendo. La nostra terra si sta spopolando. Dobbiamo tentare di arginare questo fenomeno ripopolandola. La musica continuerà ad unirci. Mi auguro che da questa esperienza qualcuno possa trarre idee da mettere in atto e trovare progetti che siano davvero validi ed efficaci», ha detto il presidente Leonardo Marras, che ha richiamato l’attenzione su uno dei problemi più grandi che investono le aree interne: i trasporti, ovvero i collegamenti tra i centri più piccoli e le città dove si trovano scuole, ospedali e servizi pubblici in generale.


«È importante che le imprese siano insieme alle amministrazioni comunali», ha sottolineato Pietro Esposito, segretario della Camera di Commercio di Sassari. «Uno dei motivi per cui non solo i piccoli centri ma tutta la Sardegna sono a rischio spopolamento è perché mancano tante occasioni per applicare la nostra creatività. La Camera organizza per artigiani, coltivatori, piccola industria e turismo, corsi e occasioni di sostegno. Bisogna essere presenti proattivamente in un’azione che deve essere collettiva», ha detto Esposito, portando il saluto di tutte le Camere di Commercio della Sardegna.

«Dopo avere conosciuto Freemmos a Fonni è un onore condividere questo momento fondamentale. Possiamo fare festa e godere della natura ma se non discutiamo e condividiamo temi di dibattito non adiamo avanti», ha affermato invece Debora Porrà, sindaca di Villamassargia. «Nell’ultimo triennio abbiamo perso circa 50 residenti. La principale causa di emigrazione è la mancanzo di lavoro e noi come amministrazione sentiamo il dovere di intervenire con tutte le misure possibili per incentivare l’imprenditoria locale, i servizi alla famiglia e il supporto alla genitorialità. Il nostro progetto è aprire il primo “agrinido” pubblico della Sardegna, per mettere insieme la risorsa agroalimentare che è molto presente nel nostro comune e l’esigenza di dare servizi alle famiglie».

Sono inoltre intervenuti, Daniela Falconi sindaca di Fonni, Antonello Masala primo cittadino di Monteleone Roccadoria, Lino Zedda, sindaco di Baradili. Interessanti anche le testimonianze dell’artista Piero Marras e di Lilli Pruna, ricercatrice sociologia urbana Università di Cagliari.

Ad Ornella Porcu, sociologa e consulente di marketing territoriale e turistico è invece come di consueto, spettato il compito di raccogliere le testimonianze locali, affidate a Elisa Porcu, presidentessa dell’associazione anziani di Villamassargia, ad Erminio Tola anziano poeta locale e all’imprenditrice di agroalimentare e agricampeggio Elisabetta Secci, presidente regionale delle donne di Coldiretti Sardegna. Il fratello di Maria Carta, Gigi, ha poi consegnato a nome della Fondazione intitolata alla sorella, una targa ricordo alla sindaca di Villamassargia Debora Porrà.

Nel pomeriggio, la scena è stata conquistata interamente dalla musica, l’elemento trainante di Freemmos. Sul palco, dopo una breve esibizione dei giovanissimi del gruppo di ballo folk Pilar di Villamassargia, si sono sono succeduti alcuni degli artisti più rappresentativi del panorama isolano: l’organettista Vanni Masala insieme al chitarrista Daniele Cuccu e al percussionista Giovanni Scano, il bluesman Francesco Piu accompagnato dalla calda voce di Elisa Carta, lo storico duo composto da Alberto Balia ed Enrico Frongia e infine i Cordas et Cannas.

Conduttore e moderatore della giornata il giornalista Giacomo Serreli.


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