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Con Navigantes a Carloforte un mondo di colori e suoni

Anche la terza edizione dell’iniziativa della Fondazione Maria Carta ha centrato l’obiettivo. Tanto entusiasmo per i canti, le musiche, i balli e gli abiti tradizionali della Sardegna

 

Terza edizione e ancora una volta una partecipazione oltre ogni previsione, con un grande entusiasmo dei protagonisti e da parte del folto pubblico che ha assistito all’evento. “Navigantes – La nave dell’identità, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Maria Carta che porta i suoni, i canti, le musiche, i balli e i colori degli abiti tradizionali della Sardegna nelle comunità sorelle, domenica scorsa ha fatto rotta verso l’isola di San Pietro, approdando a Carloforte. Come a Barcellona nel 2023 e a Bonifacio in Corsica nel 2024, il centro storico del borgo di chiara matrice genovese è stato pacificamente “invaso” da centinaia di sardi, portatori di cultura e di tradizioni. «Abbiamo ricevuto una splendida accoglienza da parte di un popolo straordinario. Abbiamo portato i colori, i canti, i suoni, che sono la spina dorsale della nostra Sardegna. Dobbiamo rafforzare il rapporto tra i popoli e promuovere sempre di più la nostra forza identitaria», è il commento di Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta. Un bilancio insomma più che positivo. «Navigantes vuole essere un ponte che collega popoli e culture diverse quale valore di crescita delle comunità sempre più colpite dal dramma dello spopolamento. C’è anche questo messaggio, che abbiamo avuto l’ambizione di portare nelle tappe che abbiamo finora toccato», dice ancora Marras, soddisfatto per la riuscita dell’edizione del 2025 di Navigantes. Un ponte che tocca anche la lingua, in questo caso il tabarchino: perché la lingua è sì un elemento di diversità ma che rafforza e unisce i popoli, non li divide.

A Carloforte erano così presenti più di 50 paesi sardi, con i loro gruppi folk, per un totale di circa 400 partecipanti. Partita da Portovesme di primo mattino, la carovana di Navigantes all’arrivo sull’isola di San Pietro ha incontrato nel palazzo comunale le istituzioni locali, in particolare il sindaco Stefano Rombi e la vicesindaca Betty Di Bernardo, alla presenza di diversi primi cittadini da tutta la Sardegna, a nome dei quali è intervenuto il sindaco di Siligo (comune di origine di Maria Carta), Giovanni Porcheddu, che ha sottolineato il valore importante di incontri di questo tipo. Subito dopo in una affollatissima chiesa di San Carlo Borromeo sono stati proposti i canti e i suoni della tradizione tabarchina e sarda. Maria Giovanna Cherchi ha cantato il Deus ti salvet Maria, che ha commosso il pubblico. Lo spazio dedicato alla musica è stato introdotto da Giacomo Serreli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Maria Carta.

Alle 11,30 è partita la lunga sfilata, con i gruppi in abito tradizionale di diversi territori della Sardegna, le maschere e i campanacci dei Mamuthones e Issohadores della Pro Loco di Mamoiada, il rullare dei Tamburini di Oristano, i suonatori degli strumenti della tradizione, come le launeddas e gli organetti diatonici, oltre al canto femminile e alle quattro voci maschili del Tenore. Tutto questo insieme a una rappresentanza delle tradizioni popolari carlofortine, con i costumi e le musiche. Il corteo ha attraversato il centro storico percorrendo le caratteristiche stradine, fino a piazza Pegli, dove è stato eseguito, come nelle precedenti edizioni di Navigantes, un grande ballu tundu, con tutti i gruppi e i canti che scandivano i passi. Centinaia, se non migliaia, gli spettatori che hanno assistito alla sfilata. Molti, che non avevano mai visto dal vivo i costumi sardi, sono rimasti affascinati non solo dai colori.

Soddisfatto anche il sindaco di Carloforte Stefano Rombi. «Una bella opportunità avere Navigantes qui a Carloforte – ha dichiarato domenica il primo cittadino –. Ringraziamo la Fondazione Maria Carta che ha pensato di utilizzare la nostra comunità come luogo di incontro delle multiple identità che caratterizzano la nostra Sardegna. Siamo un luogo che accoglie e siamo davvero orgogliosi di poter offrire le nostre tradizioni inserendole in un progetto così grande e ambizioso che ha già raggiunto risultati importanti con la visita a Barcellona e in Corsica».


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